Cuore di pongo

Cuore di pongo

Quante volte ti è successo di domandarti
cosa ci fosse di sbagliato in te?
Quante volte hai creduto di amare una persona
e invece l’unica cosa che amavi davvero
era l’idea che avevi di lei?
Quante notti sei rimasto sveglio
perché la paura e i pensieri
non ti lasciavano dormire
e, soprattutto, sognare?
Un’infinitĂ , scommetto.
Perché siamo così, noi.

Noi.
Intendo quelli talmente sensibili da essere considerati pazzi;
quelli che non dosano mai bene le emozioni;
gli stessi che si buttano a capofitto
e poi gli tocca leccarsi le ferite.
Non star lì, fermo,
a dirti ancora che non funzioni,
perché fidati se ti dico che noi siamo anche altro.

Siamo quelli che con l’anima
sanno pure decollare.
Gli stessi che se li lasci fare
sanno farti innamorare…
non delle cose facili da amare,
ma di quelle imperfette, diverse.
Di un angolo di cittĂ  abbandonato,
di una panchina scribacchiata,
di una canzone stonata,
di un fiore appassito.

Noi siamo diversi,
perché adoriamo parlare con le persone,
ma non con la gente;
perché a volte ci piace perderci nella folla
eppure siamo così gelosi della nostra solitudine.

Noi siamo fatti di armature di ferro
e cuori di pongo,
eccolo il problema!
Quando qualcuno ci trafigge l’armatura,
o è stato abbastanza abile da farcene spogliare,
rischiamo grosso davvero.

Rischiamo di metterci il cuore
in ogni nostra piccola o grande impresa
e allora: o tutto va a meraviglia,
o tutto va a farsi fottere.

Noi siamo quelli testardi,
quelli che non ti daranno mai ragione
perché devono e così si fa;
perché è giusto,
ma solo se ci credono davvero fino in fondo.

Basta rimuginare,
tanto non si può riavvolgere il nastro
e per andare avanti non è ancora il momento.

Pensa a riempire l’adesso dell’essenza migliore di te
e se vuoi condividila con gli altri,
ma riconosci chi merita il tuo tempo e la tua luce.
Fregatene delle tue fragilitĂ ,
delle tue insicurezze,
di quella sensibilitĂ  che appartiene a pochi.
Cioè… fregatene di averle
eppure abbine cura
perché, ancora non lo sai,
ma non essere come gli altri
e non pensare come tutti,
a volte, è un gran vantaggio.

Siamo diversi quando siamo figli di cattive stelle;
dopo che il dolore ci ha toccati da vicino;
dopo che la salute è venuta meno;
ogni volta che da piccoli ci siamo fatti giganti
per affrontare problemi insormontabili;
tutte le volte che ci tocca crescere in fretta,
perché la spensieratezza lascia la precedenza ai guai.

Siamo così,
fragili come ballerine di cristallo
eppure inaspettatamente forti,
come il destro di un pugile fuori dal ring.

Riconosciamo quelli come noi,
li fiutiamo da lontano
e chissà perché,
giusto o sbagliato,
un giorno all’improvviso
finiamo per sceglierci.

Siamo quelli dalle notti insonni e chi se ne frega.
Siamo di chi ha il cuore di pongo, come il nostro.

Alessandra Squarta