AUTOESTINZIONE DELLA CULTURA DELLA MORTE

In copertina: Jan Van Eyck “Il ritratto dei coniugi Arnolfini”

Nel mese di novembre del 2023 il comune dove vivo concesse un contributo pubblico alle famiglie numerose.

Mi colpì moltissimo il fatto che l’iniziativa venne contestata sui social da chi non vi poteva accedere perché non aveva una famiglia con quattro o più figli (come prevedeva il bando).

Si potrebbe pensare: la solita guerra tra poveri.

Non è così, era emerso qualcosa di più sottile e allo stesso tempo più grave, un malumore che era rimasto strozzato nella gola di alcuni cittadini, i quali non aspettavano altro che qualcuno gli fornisse il giusto pretesto per gridarlo contro il loro apparente nemico, in quel momento il comune, che si era permesso di concedere un contributo economico al quale non avevano diritto.

Quei commenti sui social erano la manifestazione delle miserie umane di cui tutti siamo portatori, ma tra le righe emergeva un sentimento di odio ed allo stesso tempo di invidia nei confronti delle fortunate famiglie destinatarie dell’assegno mensile: odio perché “loro” avrebbero avuto quel denaro che agli altri era stato negato, invidia perché in fondo “loro”, quelle strane persone che avevano deciso di fare almeno quattro figli, prese in giro (oggi potremmo dire bullizzate o anche discriminate), avevano avuto il coraggio, che era mancato ai pavidi commentatori, di ribellarsi alle convenzioni, vincere la paura, superare l’egoismo per dare vita ad una famiglia numerosa, mettere da parte sé stessi per qualcun altro, rompere gli schemi della società moderna, in definitiva essere veramente anticonformisti, in un mondo di single, coppie senza figli o con un figlio e per i più spericolati ben due figli.

Mi sono chiesto se tali fatti in realtà non fossero il risultato di ciò che qualcun altro ha definito “la cultura della morte”, che ormai è divenuta prevalente nella società occidentale moderna.

Solo recentemente ci siamo accorti che in Italia rischiamo l’estinzione.

La matematica è inesorabile e dice sempre la verità: famiglie con un figlio dimezzano la popolazione di generazione in generazione; famiglie con due figli lasciano la popolazione tendenzialmente sullo stesso livello; solo famiglie con almeno tre figli garantiscono la crescita demografica.

In Italia la media dei figli per ciascuna donna è di 1,20 nell’anno 2023: ciò significa che la nostra società sta per morire o, per lo meno, sono destinati ad estinguersi (nel senso di non avere più discendenti) tutti coloro (famiglie o singoli individui) che sono portatori, consapevoli od inconsapevoli, di tale cultura.

In sostanza, il risultato della cultura della morte è, appunto, la morte della società che la professa.

Abbiamo scoperto il motivo del suo nome!

Le famiglie che la tramandano ai propri figli in pochi anni non avranno più nessuno a cui trasmetterla: quel giorno, la cultura della morte avrà fatto l’ultima vittima, ovvero sé stessa, dopo aver sterminato buona parte della popolazione.

Sopravvivranno solo coloro che hanno avuto il coraggio di opporsi, quelle strane famiglie numerose, odiate ed invidiate da molti, che avranno trasmesso ai loro figli la cultura della vita.

Andrea Antonini