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Alessandra Squarta

ALESSANDRA SQUARTA

Mi chiamo Alessandra Squarta, classe ‘91, sono nata e cresciuta in Umbria dove tuttora vivo.
Sin da bambina sognavo di fare la scrittrice e girare il mondo in cerca di storie da raccontare.
Adoro i libri, l’arte, i gatti, i concerti, i piccoli borghi e le passeggiate in montagna.
Amo le storie che arrivano da lontano e quelle che ancora profumano di presente.
Dopo aver lavorato nel settore museale, attualmente svolgo mansioni di segreteria presso una clinica privata, ma non abbandono la scrittura perché è il modo più autentico che ho di stare al mondo.

A ventidue anni esordisco con “Mi racconti di lui?”, romanzo ambientato in parte in Umbria e ispirato a una storia vera. L’opera è stata recentemente tradotta e pubblicata, in un testo bilingue, in Montenegro da due associazioni culturali. Così sono volata nella capitale, Podgorica, per le presentazioni e per la promozione del libro.
Nel 2016 esce “A un passo dal mondo, lontano dal cuore”, altro romanzo ispirato ad una storia vera, che mi inserisce, inaspettatamente, nella terna dei finalisti del premio FulgineaMente.
Entrambe le opere vengono presentate in molte città umbre, in diverse scuole e carceri.
In seguito alla prima e forte esperienza all’interno della casa circondariale di Spoleto, decido di unirmi alle volontarie del Progetto Lettura “Liberi Dentro”. Parte del mio percorso lo racconto in una rubrica, “Storie dall’ombra”, sulla mia pagina Facebook.
Nel 2023 approdo al self-publishing con “DannataMente”: raccolta di pensieri, poesie e “piccole storie”.

Oggi, con Alfredo Caiazzo e Andrea Antonini, mi imbatto entusiasta in questa avventura, perché so che scrivere, ascoltare gli altri e suscitare emozioni con le parole non è più solo un sogno per me, quanto una necessità.

Alessandra Squarta

I libri di Alessandra Squarta

Mi racconti di Lui?
Tutto comincia con un’intervista, o meglio, tutto riaffiora.
È una calda giornata di agosto quando alla porta di Lisena, tornata in vacanza nel paesino della sua infanzia in Umbria, bussa la giovane Melania, improvvisata giornalista in cerca di risposte.
Lisena, con lei, ripercorre coraggiosamente il suo passato dal lontano 1945, da quando bambina, alla continua ricerca del papà, fu costretta a scappare con la madre di città in città per sfuggire alle chiacchiere della gente di paese e a uomini violenti; fino all’arrivo di una lettera inaspettata.
Tratto da una storia vera.

A un passo dal mondo, lontano dal cuore
Suona il cellulare. È un numero che non conosce, è la voce sconosciuta di un uomo.
Sono bastate poche parole per convincerla a salire in macchina e raggiungerlo.
«Ho una storia da raccontare». Com’era vero!
Qualcuno lo ricorda come Rediano, qualcun altro non ha mai smesso di chiamarlo Ludovisio.
Ha imparato a nuotare nelle profonde buche causate dai bombardamenti e colme d’acqua piovana, a smontare le spolette degli ordigni con la manualità di un esperto e a giocare con la polvere da sparo con la stessa innocenza di chi gioca con un pupazzo. Ma ciò che è stato della sua infanzia a Borgo Trevi e della guerra non può essere altro che un ricordo lontano. Sarà capitato a tutti di voler andare via, di voler dare una scossa alla propria vita riempiendo una valigia dell’indispensabile e partire.
Alcuni la definiscono fuga, altri libertà. Ludovisio ha compiuto da poco diciassette anni.
Lo sportello dell’autobus sta per aprirsi nel bel mezzo di una caotica e tropicale città brasiliana.
Tratto da una storia vera.

Dannatamente
Non so di chi sia questa storia.
Forse la tua.
Forse la mia.
Oppure del tizio che ho incontrato per strada un attimo fa e mi ha sorriso.
Di tutti o, magari, di nessuno.
Ho raccolto pensieri, parole, poesie, frammenti di vita di altri e frammenti della mia.
Ho dato voce al caos che mi abita dentro e alle persone che, nel bene o nel male, ti lasciano qualcosa quando le incontri.
Le stesse che mi raccontano… a volte senza neanche parlare, ché a farlo ci vuole coraggio. Vuol dire mettersi a nudo.
Ci vogliono occhi grandi e un fegato robusto.
“Siamo anche ciò che gli altri non vedono;
ciò che sta sotto, ribolle, è vulnerabile, eppure resiliente.
Siamo i segreti che custodiamo.
Gli scheletri negli armadi che teniamo chiusi.
Siamo quelli che preferiscono cibarsi di emozioni
piuttosto che vivere d’apatia”.
Ciascuno di noi è un po’ DannataMente,
ma tutto ciò che siamo è quanto di più caro abbiamo”..

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