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Come il peccato

In copertina: Le femmes fatales e le atmosfere oniriche di David Drebin

In quel corpo
sublime
t’insinui,
sorriso della notte
nascondi il buio
dei giorni,
sussurri nuove morali.


Folle
il dolore impazzisce le ore
non c’è più sapore
di te
di noi
distanti
dai tuoi giochi
malati d’affetto
non sono più qui,
nella stanza non sento il tuo odore
non brucia più la passione
ma il corpo esanime
di un’anima
non pronta a partire,
a salire
dove non sa.

Ecco
tra i camici bianchi,
come un tempo apparivi
ti vedo
vestita di fiori,
ti sento,
sei il peccato
che inganna il mio umore,
i giorni felici
li hai presi tu,
chiude gli occhi una mano,
non ridi più.

Alfredo Francesco Caiazzo

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